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IL LABORATORIO DELLE EMOZIONI: emotività, cognizione e apprendimento
di Elisa Pozzoni- pedagogista

Le emozioni sono l’essenza della qualità e della varietà delle esperienze umane; senza la capacità emotiva la vita non avrebbe calore e spessore. Ovvio, perciò, considerare l’emozione una caratteristica che permette di conoscere meglio la realtà: una forma evoluta di apprendimento.
Attraverso i diversi processi di selezione del percorso evolutivo di una specie, ha fatto la sua comparsa la capacità di attribuire valore agli eventi circostanti. Come chiaramente espresso dall’etimologia latina (e- movere = muovere da) l’emozione è un impulso all’azione, una pulsione che, prima della consapevolezza razionale anticipa una risposta immediata (Ned Kalin, 1992). I meccanismi di valutazione delle stimolazioni sono una facoltà indispensabile per la sopravvivenza, distribuita tra le varie specie animali, tuttavia i meccanismi dell’esperienza emotiva sono filogeneticamente recenti: essi appaiono presenti soprattutto nella specie umana e sembrano direttamente collegati allo sviluppo del linguaggio e dei processi cognitivi superiori (LeDoux J., 1988). Le emozioni, infatti, riassumono la complessità dello stato psico – fisiologico di ogni soggetto. Questo stato d’animo interviene in modo più o meno rilevante nei processi di selezione e archiviazione (attenzione e memoria) degli avvenimenti ritenuti “di valore”. Ne consegue che la varietà di emozioni che un individuo può provare riflette la complessità del suo habitat naturale. Nel caso dell’essere umano adattarsi al proprio habitat richiede la percezione / conoscenza del contesto fisico, socio – culturale e interpersonale in cui si trova.
Le emozioni si formano attraverso il vissuto psicologico di ciascuno, perciò sono uniche, eppure, paradossalmente, uguali per tutti. Sono sentite in modo del tutto soggettivo, ma dichiarate attraverso le stesse espressioni fisiche: si manifestano infatti in modelli di comportamento tipici e stereotipati. Questi modelli sono definiti dalle espressioni del volto, dal comportamento e dal coinvolgimento del sistema nervoso autonomo. Possiamo dunque definire l’emozione come reazione adattiva di mediazione con l’ambiente, determinata da esperienze piacevoli o spiacevoli, caratterizzata da peculiari reazioni somatiche e da determinate qualità affettive.
In questa prospettiva evoluzionistica gli “eventi di valore” dovrebbero essere recepiti e processati attraverso un canale preferenziale. Secondo questa ipotesi le emozioni hanno lo scopo di attirare l’ attenzione favorendo così l’individuazione rapida di quegli avvenimenti che hanno una connotazione emotiva. Questo meccanismo di allerta funziona a livello inconscio per cui, esemplificando, anche nei momenti in cui l’attenzione è focalizzata altrove si capta un volto spaventato. In questi casi si potrebbe trattare di pochi tratti visivi che il cervello elaborerebbe come segnali grezzi di pericolo. Il legame istantaneo del tutto inconscio lascerebbe supporre un collegamento stretto tra stimolo e aree cerebrali sottocorticali (molto probabilmente l’amigdala), che consente una risposta automatica in tempi brevissimi.
La percezione privilegiata degli eventi dotati di una connotazione emotiva, chiarisce anche il sistema di indicizzazione (in base al valore) e spiega come queste informazioni risultino facilmente accessibili per altre funzioni cerebrali. La memoria sfrutta molto bene questi canali registrando tutti i particolari degli eventi di rilievo. I dettagli si rivelano poi molto utili per il loro valore predittivo al ripresentarsi di situazioni simili. E’ molto probabile che questo meccanismo sia alla base di alcune patologie come le fobie o lo stress post – traumatico. Per questo motivo l’apprendimento associativo risulta molto efficace, specie quando correlato a stimoli positivi.
I meccanismi che processano le emozioni da un lato, e i sentimenti, cioè gli stati d’animo soggettivi, dall’altro sono, dunque, in grado di pre – giudicare. In questo caso per pregiudizio si intende avere a disposizione una possibile risposta comportamentale in funzione delle precedenti esperienze di valore che il cervello ha archiviato. Intuire le emozioni aiuta a compiere una scelta valida basandosi sull’espressione emozionale dell’altro. Contemporaneamente il vissuto psicologico orienta la decisione verso le medesime situazione che in passato hanno creato benessere. Il controllo volontario del proprio comportamento, quindi, nasce dall’integrazione di formazioni consce ed inconsce. Il ruolo del pregiudizio è stato dedotto studiando le risposte comportamentali di individui che avevano subito una lesione della corteccia ventromediale prefrontale e confermato con tecniche di imaging cerebrale. Questi pazienti, nonostante le capacità intellettive intatte, posti di fronte ad una scelta, compiono quella meno vantaggiosa. L’”intelligenza emozionale” (Salovey e Mayer 1989 – 1990) è, quindi, più rapida di quella razionale, ma può essere approssimativa ed erronea, poiché percepisce le cose nella loro totalità simultanea, tendendo inoltre ad autogiustificarsi facendo uso di una memoria selettiva, privilegiando i ricordi più pertinenti al piano soggettivo di realizzazione. E’ infine associativa e collega immagini, metafore e similitudini in funzione di aspetti superficialmente simili tra loro.
La perdita dell’equilibrio emotivo è spesso la causa sottostante a molte infelicità umane, nonché il denominatore comune dei disturbi mentali, dalle nevrosi alle psicosi. Per aiutare a sviluppare correttamente l’emotività è utile identificare e classificare emozioni e sentimenti: dargli un nome significa stabilire un dominio su di essi. Imparare a sentirli, invece, consentirà l’esercizio di una metacognizione (o autoconsapevolezza) utile a garantire un maggiore controllo sulle loro dinamiche. Valutarne l’intensità, infine, significa imparare a misurare diversi gradi di emozionalità che, una volta definiti, renderanno più facile attribuire proporzionalmente ad ogni circostanza un coinvolgimento emotivo conveniente.
Oggi si moltiplicano i tentativi di riorientare il sistema educativo verso l’insegnamento di una maggiore sensibilità e intelligenza emotiva con apprezzabili ricadute sia sul piano del benessere personale che collettivo.

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Specialisti disturbi dell'apprendimento Vimodrone (Mi)

 

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