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LE DEVIANZE GIOVANILI BORDER - LINE NELL' ERA DIGITALE

del Dottor Andrea Baiguera Altieri lic. jur. svizzero

a.baigueraaltieri@libero.it

1. Introduzione.

Come discorsivamente eppur pertinentemente precisato da METTON (2004), il/la post-14enne si sforza, con tutto se stesso/a, di" fare il grande" per affrancarsi dal gruppo anagrafico dei bambini e poter avere accesso al mondo adulto. Durante l'adolescenza, il soggetto in fase di formazione tende a (ri) mettere in discussione le dinamiche affettive connesse al trinomio relazionale" famiglia, scuola, coetanei" . In particolar modo, accade, in età post-puberale, che" i genitori non possono più costituire quelle figure identitarie che costituivano durante l'infanzia o, perlomeno, i genitori non sono più figure identitarie esclusive. Il giovane deve poter dimostrare, a se stesso e agli altri, di essere capace di entrare in relazione intima con altre persone significative. Questo processo implica la nascita di un'autonomia relazionale" (BALLEYS 2012). Senza dubbio, le prime esperienze affettive, l'importanza del gruppo e l'appetito di trasgressione costituiscono, da sempre, gli elementi fondamentali dell'evoluzione caratteriale dai 12 ai 18 anni d'età, tuttavia, negli Anni Duemila, la grande novità è data dall'uso di Internet e dei social, al fine della costruzione delle reti amicali che, nel Novecento, venivano intessute senza l'ausilio dei telefoni cellulari e della rete web, come ben dimostrato nello Studio storico-sociologico di CLAIR (2008). Non dev'essere per nulla sottovalutato che l'impiego delle tecnologie legate al mondo di Internet ha completamente modificato la socializzazione adolescenziale sotto il profilo della negoziazione affettiva. La realtà digitale ha creato nuovi valori, nuove ansie anticipatorie, nuovi modi di auto-imporsi e, soprattutto nuovi parametri per distinguere la vita privata da quella pubblica, ovverosia ciò che può essere rivelato all'esterno e ciò che deve o dovrebbe essere mantenuto in un ambito di stretta riservatezza.
Nella fattispecie della vita adolescenziale, i social ed il mondo on-line non vengono utilizzati per motivi lavorativi o, quantomeno, Internet non è precipuamente o solamente un mezzo di studio e di lavoro, bensì un canale relazionale all'interno del quale l'ultra-12enne plasma una propria identità per sottoporla alle valutazioni dei coetanei.
Molto acutamente, STERN (2008) precisa che la personalità dell'adolescente è totalmente e, anzi, esasperatamente etero-diretta ed estro-versa, in tanto in quanto" la speranza di ottenere un riconoscimento da parte di un pubblico costituisce la principale motivazione delle esternazioni effettuate on-line dagli adolescenti. In tale contesto, gli oggetti hi-tech (telefonini, tablet, computer) servono come strumenti di mediazione tra gli individui" . In giovane contemporaneo, con molte ansie ed aspettative sovente frustrate, impiega molte ore, nell'attuale era digitale, per studiare le tattiche e le strategie per essere meglio apprezzato e meglio valutato all'interno delle dinamiche relazionali cybernetiche (CARDON 2008). Addirittura, COUTANT & STENGER (2010) parlano della rete web come di" un luogo mediatico di incontro" , ovverosia di un piccolo focolare alternativo, che fa uscire il ragazzo dai confini della dimora familiare, ma senza la necessità di uno spostamento fisico-geografico, il che era inimmaginabile nel XX Secolo. Anche KAUFMANN (2004) utilizza i lemmi" costruzione identitaria interattiva" , giacché i nativi digitali si socializzano, in epoca contemporanea, senza eccessive necessità di spostamento, poiché i viaggi comunicativi materiali sono stati sostituiti, nel bene e nel male, da sistemi e mezzi virtuali di trasmissione della parola e delle immagini.
Ormai, nel Terzo Millennio, il telefono cellulare fa parte della necessaria vita quotidiana, il che vale anzitutto e soprattutto per l'adolescente, che attraverso il proprio telefonino," esprime se stesso, esprime i propri legami sociali e condivide con altri, almeno in parte, la propria intimità" (BALLEYS 2015). Attraverso il telefono portatile, negli Anni Duemila, il soggetto in età evolutiva avanzata" libera una parte di sé" (AMRI & VACAFLOR 2010) con fotografie, post, diari, frasi, modalità stilistiche, emoticon, simboli, suonerie, link, immagini, creazioni verbali e tutto ciò che comunica all'esterno la percezione personale di se stesso/a e della realtà circostante. Il nuovo strumento del telefono cellulare ha dato risposta al bisogno adolescenziale di (iper) comunicare (auto) costruendo la propria identità, in tanto in quanto" i giovani internauti cercano di creare se stessi e di costruirsi un'identità “ fai da te “... lo smartphone non è unicamente un oggetto che consente la comunicazione con altre persone, bensì esso può anche essere considerato come mezzo e supporto di un'individualizzazione (auto) riflessiva, che rinviene, nella scrittura e nella fotografia mobile, dei mezzi multiformi per formulare ed esteriorizzare la propria interiorità con gesti che costituiscono comunque un rapporto (auto) riflessivo con se stessi" (ALLARD 2014). Il nocciolo problematico della questione non è costituito dal tornare o dal non tornare alle forme comunicative giovanili del Novecento, bensì l'essenziale è capire in che misura l'identità virtuale di Internet può coincidere con un'identità reale ed ancorata alla vita quotidiana. I disturbi border-line tipici degli ultra-13enni di oggi mostrano che" le domande di riconoscimento espresse dagli individui on-line raramente trovano una risposta adeguata da parte degli internauti" (GRANJON 2011). Parimenti, HONNETH (2005) reputa che Internet non può costruire una" reputazione sociale" utilizzabile nella realtà concreta, poiché la realtà cybernetica non potrà mai sostituire appieno quella familiare e quella scolastica. A parere di GEORGES (2009), i social e gli SMS compulsivi" non favoriscono uno sviluppo identitario sereno e stabile … lo web 2.0 compromette lo sviluppo di un Sé consistente ed autonomo" .
Tutti gli Autori francofoni ed anglofoni pongono molta attenzione alla socializzazione adolescenziale realizzata per mezzo di Internet, della posta elettronica e dei social. Come prevedibile, tali" atti mediatici di individualizzazione" riguardano, nella maggior parte dei casi, dichiarazioni di matrice amorosa o amicale (BALLEYS 2015). Oppure, si tratta di comunicazioni confidenziali rivolte ad una cerchia di persone" appositamente scelte, che saranno oggetto di dichiarazioni particolari sui social-media" (DELAUNAY-TETEREL 2010). Oppure ancora, la messaggistica consiste, in buona sostanza, nel comunicare affetto ed amicizia e il grado di reciprocità di queste dichiarazioni rende soddisfazione al ragazzo e lo protegge dalle frustrazioni morali eccessive. A parere di CUPPLES & THOMSON (2010), l'invio di SMS dal telefonino è oggi, positivamente e/o negativamente, fondamentale all'interno della sessualizzazione degli infra-25enni, giacché " tra ragazzi e ragazze, quindi nelle relazioni della seduzione, le conseguenze [ della messaggistica on-line ] sono assai considerevoli … inviare dichiarazioni sentimentali è un atto carico di molti significati, soprattutto nei rapporti di genere. P.e., una ragazza che invia troppi messaggi ad un ragazzo corteggiato appare come una disperata" . Per quanto possa apparire strano, il telefonino, in epoca contemporanea, è il contenitore audio-visivo del pudore dei nativi digitali. Nello smartphone è contenuta l'" intimità" dell'adolescente (BALLEYS & COLL 2015). Pertanto, ciò che è intimo è anche esclusivo ed è sottoposto a delle regole confidenziali rivelate a pochi coetanei, soprattutto con afferenza alle fotografie ed ai video scattati con telefonini ed aventi ad oggetto gesti, rapporti fisici e frasi di matrice erotica o amorosa. Tale riservatezza ha stravolto l'odierno senso del pudore delle ultra-13enni femmine, in tanto in quanto" i segreti e le altre rivelazioni intime vengono scambiati testualmente o visivamente e non più oralmente. Cosicché, la più grande prova di confidenza tra adolescenti [ femmine ] consiste oggi nel condividere insieme il telefono cellulare o nel condividere insieme la password che consente di sbloccare il telefono o il computer" (BALLEYS 2017). L'attuale incorporazione audio-visiva o testuale della sfera intima nel telefono non va sottovalutata e può recare a conseguenze drammatiche nel contesto del villaggio globale di Internet. BOYD & MARWICK (2011), nelle dinamiche affettive delle giovani femmine, hanno monitorato lo sviluppo e gli effetti del" tradimento" tra coetanee che, per ledere l'ex amica o per gelosia, pubblicano foto, video e SMS in grado di distruggere la reputazione di un soggetto femmina in età evolutiva. Come si può notare, il concetto cristiano-giudaico di" purezza" è stato radicalmente modificato dagli accessori hi-tech. Lo stalking, la diffamazione e la calunnia sono oggi diventate insormontabili ed irreversibili perché" gli scambi di materiale via mail sono dati materialmente verificabili … contrariamente alle parole, i testi ed i video sul cellulare possono essere tutti documentati, dunque possono essere registrati, copiati e condivisi.. ormai le conversazioni sono fatte in gruppo davanti ad una molteplicità di interlocutori, in parte visibili ed in parte criptati" (SCHWARZ 2011). Materialmente ed oggettivamente, il" file" può essere commentato e condiviso. Dunque, la messaggistica sul computer e sul telefono mobile ha modificato il concetto preesistente di" migliore amica / amica del cuore" ed il contenuto audio-visivo non soggiace più alle regole tradizionali della riservatezza e del tenore confidenziale, come dimostrano ricatti e piccole vendette tra giovani internauti. Questo spostamento dell'asse del pudore comporta pure una pressoché completa trasformazione nella qualità e nella quantità della socializzazione in età post-puberale. Il telefono mobile, concesso ormai ai ragazzi sin dall'età infantile, manifesta lati positivi sotto il profilo comunicativo e securitario, ma, senza dubbio, esso ha pure ri-dimensionato e ri-costruito la percezione del tempo e del non facile equilibrio tra l'estroversione caratteriale e, dal lato opposto, i normali limiti connessi alle esigenze di riservatezza personale e familiare. Con una narratività molto spontanea e realistica, LACHANCE (2013) commenta la moda compulsiva di scattare foto con il cellulare durante le feste giovanili e nota che" i giovani manifestano una nostalgia del presente … essi hanno l'ansia di veder finire i bei momenti … hanno paura di veder scomparire gli avvenimenti nello stesso momento in cui li vivono. Per conseguenza, la cattura di immagini fotografiche e video è come un tentativo di fermare il tempo e di catturare i bei momenti, che sono rimpianti proprio mentre stanno avvenendo" . Giustamente, LACHANCE (2016) ricorda che fotografare, per un infra-20enne degli Anni Duemila, coincide con l'" intrattenere legami sociali" che saranno successivamente analizzati, condivisi e commentati nella rete globale dello web. Scattare fotografie, nell'Ottocento e nel Novecento, significava produrre un ricordo per la famiglia, ma la fotografia sui cellulari significa oggi relazionarsi e comunicare stati d'animo non più e non soltanto privati o riservati.

2. La dipendenza compulsiva giovanile da smartphone

La tecnologia e l'ingegneria informatica hanno fatto dello smartphone uno strumento audio-visivo che non soltanto trasmette la voce a distanza, ma anche" è un mezzo di comunicazione di se stessi con se stessi; esso è usato per fini di esplorazione identitaria" (ALLARD, ibidem). Nel telefono cellulare, vi è" un supporto all'espressione del Sé … un amico...un artefatto in cui è depositata una parte di se stessi" (ALLARD, ibidem). Nel mondo giovanile, lo smartphone è divenuto compulsivamente indispensabile e, senza dubbio, il lato positivo della telefonia mobile consiste nel fatto che l'ultra-13enne può essere meglio sorvegliato ed interpellato dai genitori in ogni spostamento significativo lontano dalla residenza familiare. Probabilmente, AMRI & VACAFLOR (ibidem) sono gli Autori contemporanei che, all'interno di una lunga descrizione socio-pedagogica ben lineare, hanno meglio di tutti sintetizzato il ruolo odierno del telefonino, in tanto in quanto" esso è un prolungamento dei vestiti e uscire dal proprio domicilio senza prenderselo è come uscire nudi, come se ci si fosse dimenticati di mettere un indumento o un accessorio di base … il cellulare è sempre a portata di mano, esso si lascia trasformare dal proprio utente, che non smette di estetizzarlo e di personalizzarlo in funzione dei propri gusti, in modo da farne un serbatoio della propria intimità, come se fosse una cartina da viaggio che costituisce uno spazio privilegiato per l'esposizione tecnologica di sé. Esso è uno strumento che dà sicurezza e lasciarlo a casa o, peggio ancora, perderlo può generare un sentimento di solitudine e di disorientamento totale nel giovane. Lo smartphone occupa un posto centrale nella vita giovanile e crea un tipo sofisticato di rapporto fisico tra soggetto ed oggetto" . A parere di molti Pedagoghi ed esperti dell'età evolutiva, lo smartphone reca oggi la bizzarria, nel bene e nel male, di essere auto-percepito dai ragazzi alla stregua di un braccio o di una gamba assolutamente ed imprescindibilmente necessari. Nell'Europa occidentale, Instagram e Snapchat hanno creato un'unione indissolubile tra il telefono portatile e lo strumento, un tempo di natura accessoria, della fotografia digitale, che trasforma uno stato d'animo dilatandolo in una dimensione temporale che va oltre la soddisfazione di un momento fugace e tale amplificazione comunitaria delle immagini fotografiche manifesta una gratificazione non del tutto censurabile e criticabile, soprattutto perché l'archiviazione di immagini, in epoca attuale, è una pratica anche degli adulti, che spesso non disdegnano di scattare foto-ricordi gelosamente conservati. Fotografare con lo smartphone significa condividere con altri, ma anche auto-condividere per eliminare la frustrazione dello scorrere troppo veloce del tempo. Nel cellulare munito di macchina fotografica e connessione allo web, si unisce la realtà vissuta e quella interpretata, il fatto al commento sul fatto, il percepire al voler far percepire agli altri, dunque l'utente telefonico esce da se stesso per far condividere a terzi la propria auto-percezione della realtà e, in tal modo, l'individuo in età adolescenziale comunica sempre, comunica costantemente, ma, forse, comunica eccessivamente, salvo poi ritornare nella frustrazione invincibile di una solitudine non idoneamente riempita da amicizie e condivisioni poco umane e poco reali.
Grazie allo smartphone ed ai file audio-video caricati sui Social," gli adolescenti costituiscono per gli altri dei veri e propri piccoli musei destinati ad essere visitati" (JARRIGEON & MENRATH, 2010). Tuttavia, l'eccesso logorroico costituisce una minaccia sempre più evidente, come nel caso dell'eroinomania o dell'uso smodato della televisione. Secondo svariati Dottrinari, lo smartphone reca a" iper-sollecitazioni relazionali quotidiane. La democratizzazione dei telefoni intelligenti ha recato all'irresistibile mania di informare gli altri" senza moderazione e, soprattutto, senza preoccuparsi dell'astrattezza malinconica insita nella messaggistica on-line (FIGEAC & CHAULET, 2016).

3. Uso ed abuso giovanile degli accessori hi-tech

Il concetto di" socializzazione informatica" è acutamente e correttamente opposto, in BALLEYS (2015), alla nozione tradizionalistica di" socializzazione viso a viso" [ sociabilité en présentiel ], il che vale, anzitutto, all'interno della Scuola, in cui le relazioni personali erano e sono, provvidenzialmente, materiali e direttamente corporali. Negli Anni Duemila, però, gli smartphone, la posta elettronica ed i Social hanno alterato, o forse eliminato, la conoscenza interpersonale basata su uno spostamento geografico fattuale e non virtuale del mittente verso il destinatario. Assai probabilmente, gli accessori hi-tech mescolano aspetti positivi e negativi, giacché" essi sono una minaccia per le forme di socialità contemporanea, ma il telefono mobile è anche un potente aiuto delle pratiche collettive. Il telefono mobile [ e Internet ] permettono di facilitare i raggruppamenti giovanili, agevolando l'organizzazione degli incontri e dei legami non centripeti" (JARRIGEON & MENRATH, ibidem). Altrettanto vero è che, specialmente negli Istituti Scolastici, lo smartphone veicola anche contenuti di matrice culturale che stimolano lo scambio reciproco di opinioni tra studenti. Dunque, gli accessori hi-tech hanno senz'altro migliorato la diffusione nazional-popolare delle varie discipline scientifiche e professionali. Il tempo libero ed il corteggiamento non costituiscono, dopotutto, l'unica finalità degli smartphone.
A partire dagli anni Duemila, la Dottrina sociologica e criminologica ha aspramente e continuamente cercato di comprendere se l'uso degli accessori hi-tech aiuti o, viceversa, impedisca la socialità adolescenziale. Senza alcun dubbio, lo smartphone, Internet, gli SMS, i social e la posta elettronica sono utilizzati dagli ultra-13enni principalmente o esclusivamente per poter creare e mantenere in vita rapporti amicali ed affettivi, ma è pur vero che siffatta ratio (iper) comunicativa genera profonde frustrazioni, giacché alle richieste relazionali non corrisponde poi un riscontro veloce ed automatico. In parte, è vero, come asserito da MARTIN & DAGIRAL (2016) che " facebook è, per i giovani, un luogo privilegiato di socializzazione, come i bar, le sale da gioco, le serate e svariati luoghi festivi. Facebook è uno spazio sociale come gli altri e rende visibili e durevoli i contatti [sociali] dell'individuo" . Altrettanto esatto, come ricorda SCHWARZ (ibidem), è sottolineare che " i social-media hanno ampliato i confini inter-relazionali quotidiani dei giovani [ con ] veri e propri rituali finalizzati a rafforzare i legami sociali intimi" . Ciononostante, il rovescio della medaglia è costituito dalla profonda e costante insoddisfazione derivante dal senso di solitudine generato, nel lungo periodo, da condivisioni e presunte amicizie materialmente inconsistenti ed affettivamente platoniche. Internet nasconde, spesso e drammaticamente, condizioni esistenziali che ricevono un sollievo soltanto apparente e fugace. La maturità psico-fisica del soggetto in crescita non è agevolata da strumenti di socializzazione anonimi e privi di un'autentica consistenza morale, poiché, senza lo spostamento fisico-geografico, non sussiste alcuna relazione concreta.
Sussistono pure alcuni non trascurabili lati positivi connessi alla comunicazione giovanile nella rete web. P.e.," i social sono tutto tranne che zone di non diritto. Essi sono pur sempre degli spazi regolamentati nei quali la buona educazione, la gentilezza e l'eguaglianza sono molto presenti. Parimenti, [ su Internet ] esiste una regola tacita che implica una scelta paritaria degli scambi di opinioni" (COUTANT & STENGER, ibidem). Tale parere positivo sul mondo cybernetico è condiviso anche da BALLEYS (2016), secondo cui" facebook costituisce uno spazio regolamentato da numerose convenzioni sociali democratiche" , come nel caso semi-obbligatorio di cliccare la dicitura" mi piace" astenendosi da commenti negativi od espressioni di dissenso troppo pesanti, che vengono rimosse dal provider per evitare conseguenze giudiziarie che nulla debbono avere a che fare con lo spirito tendenzialmente simpatetico e gioioso dei social-media.
Tutto sommato, le Scienze Politiche francofone, nell'ultima ventina d'anni, hanno valutato come non completamente negativo l'uso moderato di Internet presso la popolazione in età adolescenziale. Non sussistono, infatti, controindicazioni drastiche ed apodittiche nell'uso degli strumenti informatici di socializzazione. Dopotutto," l'evasione amicale al telefono fisso esisteva, prima del duemila, anche per quegli adolescenti che passavano molte ore, dopo le lezioni, a discutere con i loro compagni di classe parlando di quello che era successo durante la giornata trascorsa insieme" (MARTIN & SINGLY, 2000). Attualmente, lo smartphone e, in particolar modo, gli SMS e gli MMS hanno sostituito il telefono fisso, che, oltretutto, costituiva un bene familiare condiviso e non uno strumento personale di ciascun membro della comunione domestica. TISSERON ( 2011) reputa che il telefonino, per gli ultra-14enni, consente di esprimere almeno cinque" desideri" perenni dell'adolescente, ovverosia" quello di potersi nascondere, cioè di creare un 'intimità personale, quello di costruire un'intimità psico-territoriale, quello di potersi parzialmente mostrare agli altri per la voglia di essere stimato, quello di controllare la distanza relazionale dagli altri e, infine, quello di valorizzare l'esperienza riflessiva, che fonda la percezione di se stessi come esseri umani" . Internet e lo smartphone possono oggi essere utili per irrobustire" una nuova economia dell'auto-stima" (TISSERON, ibidem). Non è, senza dubbio, automatica la creazione di questa stima, né verso la collettività dei coetanei né verso se stessi, ma la rete web ha certamente generato la possibilità cognitiva di esplorare ambiti che non sono più lontani nell'ottica di un" villaggio globale" che ha ridotto le distanze culturali e " crea interazioni" tra individui simili, sebbene territorialmente distanti (BALLEYS, 2017). Ad esempio, come osservato dagli statunitensi LITT & HARGITTAI (2014), la rete di YouTube" è, ad un tempo, universale e personalizzata [ … ] suscita reazioni presso una moltitudine di persone anonime instaurando interazioni che toccano l'intimo … la nuova gestione dell'intimità costituisce senz'altro la principale rivoluzione legata alla società digitale" . Rimane tuttavia il limite, in ogni caso, di esprimere il proprio intimo" se lo voglio e soltanto quando lo voglio" (TISSERON, ibidem). Pertanto, la logorrea compulsiva può rappresentare una condotta negativa dell'adolescente, che va comunque moderato e frenato dalle tradizionali agenzie di controllo, come la famiglia, la scuola e le Istituzioni religiose.

4. Le condotte familiari dei giovani fruitori dell'hi-tech.

Lo smartphone ed il mondo di Internet hanno radicalmente modificato, positivamente o negativamente che sia, il concetto di parentela, il valore della famiglia e le necessità dell'economia domestica. Le valutazioni di SINGLY (1996) recano un tenore apertamente pessimista, nel senso che, a parere del menzionato Dottrinario," nella società dell'“ Individuo-Re “, il legame familiare si è complicato ed è diventato oggetto di negoziazioni quotidiane e continue. I genitori sono caricati di ogni sorta di responsabilità per permettere al bambino di “ rivelare Se stesso “, ovvero sono obbligati a favorire il suo sviluppo personale mantenendo un quadro generale di sicurezza e di stabilità" . L'autentica contraddizione, all'interno degli Ordinamenti democratico-sociali, si vede nell'ossimoro tra la ratio della famiglia libera ed autonoma e, dal lato opposto, l'obbligatorietà dell'interventismo pubblico nei confronti dei nuclei domestici meno agiati, che sono bersaglio costante di una Pubblica Amministrazione ipertrofica, la quale impone e propone scelte di vita nel nome di un'assistenza esterna onnipotente ed onnipresente. Giustamente, nel contesto svizzero, DELAY & FRAUENFELDER (2013) hanno sottolineato che, in Europa, esiste un'aristocrazia benpensante e progressista che pretende di imporre cosa e come insegnare alla figliolanza del ceto popolare con un reddito medio o mediocre. Nella Svizzera, francofona e non solo, " ci sono assistenti sociali che valorizzano un'educazione privilegiante le negoziazioni individuali con il bambino, valorizzando il rispetto di un quadro pedagogico chiuso e fissando delle regole e dei tempi che dovrebbero scandire la giornata. Pertanto, certe pratiche condivise tra genitori e figli, nelle famiglie popolari, ricevono il biasimo degli educatori, perché esse non sarebbero veramente pedagogiche. Questi giudizi morali riguardano in particolare le attività video-ludiche (televisione e video-giochi). Certi genitori passerebbero troppo tempo con i loro figli a praticare giochi reputati diseducativi, piuttosto che passare il tempo a comunicare con loro" (DELAY & FRAUENFELDER, ibidem). Tutto questo non tange, però, i mille vizi occulti delle famiglie con entrate patrimoniali medio-alte. Gli insegnamenti esterni di elevata sapienza e di buona educazione non debbono intaccare le scelte pedagogiche di insospettabili borghesi che ostentano una Pedagogia apparentemente impeccabile ed oltremodo sana. La figura contemporanea dell'assistente sociale che dirige e che spande buoni consigli non deve entrare mai e poi mai nelle ville lussuose di professionisti e di imprenditori, sicché le famiglie europee più disagiate costituiscono l'unico oggetto di tali aiuti e supporti pieni di dotta saccenza e di erudita superiorità. Anche negli Stati Uniti d'America, WILLETT (2015) si è posta il problema del" buon genitore" che autorizza o meno il bambino a trascorrere il tempo libero con video-giochi cybernetici. Le industrie del giocattolo, in Occidente, tendono a rassicurare le famiglie circa la natura istruttiva dei divertimenti hi-tech, mentre una buona parte delle Scienze Pedagogiche ipotizza una negatività culturale della play-station e dei passatempi on-line. Sembra di assistere alla diatriba sulle potenzialità educative della televisione negli Anni Settanta e Ottanta del Novecento. CARDI (2007) esorta a non eccedere nella polemica contro gli accessori digitali, in tanto in quanto la rete web e l'informatica non possiedono peculiarità esclusivamente negative e" non bisogna giudicare sistematicamente soltanto le famiglie popolari come se vivessero in una situazione di precarietà e di presunti maltrattamenti … questo fenomeno di stigmatizzazione è in crescita e tocca particolarmente le madri con ruoli monoparentali" . Dopotutto, certuni tristi esiti fattuali delle pedagogie" di buona famiglia" inducono alla riflessione e svelano l'infondatezza della superiorità istruttiva delle famiglie benestanti ed oggetto di stima da parte della collettività circostante.
Senza dubbio, a prescindere dal ceto sociale, l'eccessivo uso del computer da parte del bambino" è correlato ad un accrescimento dei problemi di obesità, di solitudine e di depressione" (GABLE & LUTZ, 2010), senza poi contare un deciso" abbassamento del profitto scolastico" (GENTILE & LYNCH & LINDER & WALSH, 2004). Ciononostante, l'uso familiare dello web" è ormai parte integrante del focolare domestico, è un rito di famiglia e nutre le interazioni quotidiane" (COYNE & PADILLA-WALKER & FRASER & FELLOWS & DAY, 2014). Basti pensare al Blog di famiglia, a Facebook od alle comunicazioni via Skype o e-mail con parenti lontani. Anche la televisione può, in fondo veicolare informazioni e dati culturali non trascurabili. Oppure, la rete di Internet offre alle figlie femmine importanti occasioni relazionali con le loro Madri in tema di auto-medicazione e disturbi alimentari.
Sotto il profilo umano, prima ancora che scientifico, consta che Internet e lo smartphone aiuta oggi gli scambi affettivi tra generazioni e, specialmente, tra nonni e nipoti, giacché" gli scambi informatizzati consentono agli adolescenti di trovare consolazione e sostegno presso i loro nonni, indipendentemente dalla mediazione genitoriale e con il registro tipico della cultura del segreto. La complicità [ tra nonni e nipoti ] è rafforzata dalla distanza fisica, che gioca il ruolo di fattore disinibente. Gli adolescenti preferiscono questi nuovi mezzi di comunicazione e numerosi nonni vi si adattano. E, contrariamente all'idea diffusa, i nipoti non svolgono affatto il ruolo di professori di informatica nei confronti dei loro nonni" (LE DOUARIN & CARADEC, 2009). Nel Nord delle Americhe, FRANCISCO (2015) ha incentrato un intero Censimento sociologico anglofono sulla tematica delle relazioni e delle comunicazioni tra parenti lontani grazie alle e-mails, a Facebook ed a Skype. In particolar modo, il mondo digitale risulta assai utile per gli immigrati che hanno a disposizione accessori hi-tech a basso costo, ovverosia" la comunicazione computerizzata diventa un supporto essenziale per il mantenimento del legame familiare … la tecnologia permette agli individui geograficamente separati di esplorare nuove intimità" (FRANCISCO, ibidem). I giovani immigrati arabi, asiatici ed africani, negli USA, grazie allo web possono condividere molti momenti di comunione domestica, superando migliaia di chilometri in pochi secondi, anche se, sotto il profilo emotivo, un contatto personale e materiale rimane senz'altro insostituibile, poiché" bisogna stare attenti a non cadere in un discorso mistificatorio sulle App per comunicare a distanza, come se ciò bastasse a consolare i parenti che non hanno più la possibilità di vivere insieme" (FRANCISCO, ibidem). Anche in questo caso, il giovane emigrante e la relativa prole non debbono crearsi un mondo computerizzato alternativo rispetto alla realtà del ricongiungimento familiare tradizionale. Le frustrazioni etiche e psicologiche ricevono da Internet, da Skype e dai Social un sollievo soltanto parziale che non oltrepassa la qualità piena scaturente dalla vicinanza geografica ed ambientale fattualmente e non cyberneticamente intesa.
Nell'ambito delle condotte familiari, gli adolescenti fruitori di computer e smartphone sviluppano un'autonomia personale più veloce rispetto ai loro coetanei di una cinquantina d'anni fa. Molto pertinentemente, PHARABOD (2004) sottolinea che" l'uso di un PC personale risponde al bisogno di autonomia dei bambini ed al bisogno di separazione del loro universo di preferenze e di relazioni rispetto a quello dei loro genitori" . Il computer, gli MMS, gli SMS, la key ed il telefono cellulare hanno creato un modo diverso di concepire la famiglia, in tanto in quanto gli accessori digitali sono uno spazio intimo per ciascun membro della comunione domestica, come se si trattasse di un comodino, di una scrivania o di uno scaffale appartato a cui gli altri parenti non hanno accesso ed in cui esistono realtà e ricordi non condivisibili. Tuttavia, l'aspetto negativo è rappresentato dall'inevitabile frattura tra" il noi familiare ed il sé individuale" , in tanto in quanto è pur vero che" l'uso domestico degli accessori portatili prolunga il tempo trascorso ad occuparsi del sé anziché del noi" ed il computer diminuisce marcatamente la durata dei momenti di convivenza (PHARABOD, ibidem ). Parimenti, l'uso infantile e giovanile del telefono cellulare rende debole la potestà familiare sul controllo dei contatti sociali e amicali dell'ultra-13enne, che si apre a relazioni non direttamente gestibili e sorvegliabili da parte degli educatori e dei familiari. All'opposto, sino alla fine del Novecento, l'utilizzo comune del telefono fisso consentiva un maggiore esercizio della super-visione e della selezione genitoriale. Per quanto possa apparire paradossale, la scampagnata del ragazzo o la serata in pizzeria era meno pericolosa di un SMS o di una chat ambigua dal divano di casa. Secondo LEGENDRE (2010), l'adolescente contemporaneo" si auto-emargina dagli spazi pubblici" grazie ad Internet, ciononostante, a parere del predetto Autore, una notte in una periferia degradata o in mezzo alla strada era meno criminogena di una conversazione dallo smartphone con uno sconosciuto potenzialmente deviante, tossicodipendente, parafiliaco o pervertitore. Il telefonino ed il mondo virtuale hanno abbassato la frequenza degli spostamenti fisici giovanili, ma non hanno migliorato la protezione securitaria dell'infante in età evolutiva. Anzi, il focolare domestico è minacciato ancor di più nel chiuso della camera del ragazzo seduto di fronte al proprio pc. Senza dubbio, il viaggio cybernetico non preserva dai pericoli dei viaggi nel senso novecentesco ed i controlli genitoriali e scolastici debbono adeguarsi alle nuove dilatazioni spazio-temporali.

5. Classi sociali, scolarizzazione e discriminazioni presso i nativi digitali.

Le Scienze politiche abbondano di Censimenti e Studi sui nativi digitali" delle periferie, delle città e dei giovani nati in contesti di devianza, ma sono estremamente rare le Ricerche sui giovani socialmente più benestanti" (SAINT MARTIN, 2009). In effetti, in Occidente, la Criminologia e la Sociologia si concentrano eccessivamente sugli ultra-13enni colpiti dalla tossicodipendenza o dalla precarietà abitativa, ma esiste anche la problematica degli adolescenti con un reddito medio-alto e con un percorso di Studi svolto presso Istituzioni Scolastiche private e prestigiose. Nel bene e nel male, la borghesia europea, nonostante la crisi economica globale contemporanea," investe molto nella scolarità dei propri figli [ e ] la preoccupazione delle classi superiori è quella di non mescolarsi alle classi popolari" predisponendo misure di protezione financo eccessive in ambito culturale e pedagogico (BALLEYS, 2012). Un altro particolare, presente soprattutto nelle Regioni francofone, è costituito da ragazzi maschi, poco meno o poco più che diciottenni, che purtroppo abbandonano precocemente la scolarizzazione e non conseguono nemmeno un Diploma superiore, il che genera successivamente notevoli sperequazioni in ambito lavorativo e professionale. A livello statistico, inoltre," i ragazzi sono colpiti più delle ragazze dal problema degli insuccessi scolastici [ poiché ] le pratiche della socializzazione femminile sono diverse ed esiste una grande differenza tra ragazzi delle classi borghesi e ragazzi delle classi popolari" (BALLEYS, 2012). Pure sotto il profilo culturale, i maschi patrimonialmente provenienti da nuclei familiari disagiati leggono poco e non praticano, per finalità di Studio, l'uso di App come Word e Open Office. Dopotutto, la civiltà informatica, pur presentando aspetti negativi, può essere anche utile per l'apprendimento di nozioni scientifiche oggi assai ampiamente divulgate grazie al costo moderato delle key e delle stampanti. Secondo GRANJON (2011), le " diseguaglianze nell'uso dell'informatica" presso i giovani sono destinate a sfociare in gravi sperequazioni dal punto di vista economico e lavorativo, sempre che l'uso di Internet non costituisca un volgare passatempo privo di implicazioni scolastiche.
Per quanto sembri strano, svariate Statistiche anglofone hanno dimostrato che i nati dopo il 2000 recano le medesime competenze informatiche dei loro genitori. L'uso dei Tablet e dello smartphone non agevola l'abilità dell'uso della rete web per motivi importanti e legati alla vita lavorativa. P.e., i ragazzi britannici reputano come assolutamente vero e comprovato ciò che viene ricercato su Google, sicché l'ultra-13enne contemporaneo idolatra la rete di Internet senza sviluppare alcuna capacità critica autonoma e contestualizzante. Attualmente, gli adolescenti hanno una grande abilità nell'utilizzazione pratica dello web, il cui accesso, più o meno sorvegliato, è tipico e pressoché automatico sin dall'età infantile. Ciononostante, manca, nel giovane internauta, una conoscenza tecnica di contenuti autenticamente culturali e non legati al mondo dei giochi elettronici e dei file audio-visivi privi di uno spessore culturale pari a quello che, nel Novecento, era fornito dallo studio di manuali su supporto cartaceo. In terzo luogo, l'ultra-14enne contemporaneo si dimostra, nella maggior parte dei casi, completamente a-critico e supinamente schiavizzato da tutto ciò che è reperibile on-line, come se si trattasse, sempre e comunque, di nozioni metodologicamente validate ed assolutamente veritiere. Il minorenne degli Anni Duemila non possiede il necessario distacco dal mondo cybernetico e le colorate ed accattivanti immagini dello schermo del pc catturano la sua fiducia senza che sorga un'auto-consapevolezza autonoma. D'altra parte, è perfettamente acclarato che studiare su carta stampata e scrivere senza tastiera provoca un'interiorizzazione dei concetti di gran lunga superiore alla presa visione, superficiale e troppo condizionata, di un file che compare sul monitor.
Dal punto di vista etnografico, BOYD & MARWICK (2011) asseriscono che, negli USA," i giovani provenienti da classi sociali o comunità etniche sfavorite vivono in uno stato di segregazione scolastica e questo vale anche per gli accessori hi-tech. Le tecnologie non separano e non uniscono gli individui provenienti da culture diverse e da classi sociali diverse. Anzi, i social-media sono intrisi di pregiudizi culturali" . In effetti, i ragazzi americani" wasp" tendono, su Facebook, a coltivare contatti ed amicizie con coetanei bianchi e l'apartheid non è stato per nulla migliorato dalla rete Internet, nella quale, viceversa, abbondano i siti violentemente razzisti. Persino gli annunci di lavoro on-line si basano su forti pregiudizi e gli imprenditori selezionano i dipendenti di pelle bianca verificando l'identità personale dei candidati grazie ai Social.

B I B L I O G R A F I A

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Dottor Andrea Baiguera Altieri lic. jur. svizzero

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