Gioco e Rilassamento
come
prevenzione alla tensione scolastica
di Laura Sedda - Dottoressa in materie pedagogiche
Premessa
Il progetto "il segreto di Harry Potter"
è stato realizzato nelle aule della Deutsche Schule
Genua - Scuola Germanica di Genova in Italia. Si tratta di
una scuola privata aperta a ragazzi e ragazze di tutte le
nazionalità e confessioni. In quanto scuola privata
è sostenuta nella persona giuridica dell associazione
Deutsche-Schule-Genua.
Al progetto hanno partecipato 22 bambini di
cui 12 femmine e 10 maschi.
Per avviare il programma è stato preparato
un questionario con due obiettivi: raccogliere informazioni
sui bambini, per costruire una scenografia adeguata, e ricevere
in anticipo informazioni su eventuali disagi e difficoltà.
Alla domanda: "In quali situazioni reagisce
con paura il Suo bambino/a?" i genitori hanno risposto
seguendo la seguente risoluzione:
Paura del buio: 8 bambini
Paura della malattia e del dolore: 9 bambini
Paura di cadute: 1 bambino (questi pratica
lo sci)
Paura di violenza in film oppure in televisione:
3 bambini
Paura del temporale oppure di altri rumori
forti: 4 bambini
Paura di essere rimproverato severamente: 1
bambino
7 bambini reagiscono alla paura con il mal
di pancia e due bambine reagiscono con attacchi di mal di
testa di fronte a situazioni per loro stressanti. Altre 4
bambine reagivano a paura e tensione con difficoltà
respiratorie (iperventilazione). In tutti i bambini l
espressione del sentimento di paura era il pianto e la ricerca
della vicinanza con i genitori.
Alla domanda, se i genitori sanno, come i loro
figli generalmente si rilassano, ho rilevato le seguenti risposte:
"Gioca con i lego, fa dei collage, costruisce
piccoli giochi: la sua voce è più tranquilla
del solito, ha un aspetto molto concentrato" (5 volte)
"Legge oppure gioca da solo oppure guarda
dei video. Normalmente sta lì sdraiato/a e parla da
solo/a, inventa storie, cambia la voce a seconda dei personaggi
che interpreta al momento" (2 volte)
"Gioca con le bambole, vuole essere da
sola, eventualmente è sdraiata su un tappeto e parla
da sola" (sei volte)
" Il mio bambino scappa, quando una situazione
lo stressa troppo. Se non vede via di uscita, piange e grida.
Delle volte sospira forte e io penso che lui è un fascio
di nervi" (1 volta)
"Il mio bambino legge o guarda la televisione.
È steso sul Sofà e si infila le mani in bocca"
(2 volte)
"Stirarsi, chiudere gli occhi e farsi
coccolare dai genitori" (4 volte).
"Ascoltare musica" (7 volte).
Tutti i genitori hanno descritto i loro bambini
come "lontano dalla realtà", quando sono
rilassati
Il mistero di Harry Potter : un progetto nella
scuola elementare
"Il rilassamento muscolare progressivo
trova la propria applicazione immediata in due esperienze
facilmente constatabili per la nostra muscolatura...(tendersi
e rilassarsi)...e sviluppa da lì il suo strumento terapeutico.
Per "progressivo" si intende qui il "progredire",
cioè il senso crescente di rilassamento e di lasciare
andare dell attivitá muscolare. Il metodo sfrutta
la nostra capacità di memorizzare meglio il rilassamento
attraverso il contrasto tra tensione e lo stesso . "
Il medico e neurofisiologo Dr. Edmund Jacobson
è lo scienziato fondatore di questo metodo. Già
dal 1908 presso l Università di Harward si occupò
delle conseguenze della tensione sul corpo umano, dal 1936
fino alla sua morte, avvenuta nel 1983, lavorò in un
proprio laboratorio di fisiologia clinica a Chicago ed affinò
sempre più il suo metodo di cure. Dr. Jacobson definisce
la tensione come "..., la fatica che si riflette nell
accorciamento delle fibre muscolari. E vede in questo fenomeno
la radice di molti disturbi, affezioni e malattie (per esempio:
ulcere, disturbi della digestione di origine nervosa, colon
irritabile, alta pressione, malattie del sistema coronarico
etc...). Secondo Jacobson i disturbi nervosi sono anche disturbi
emotivi, in questo modo egli annulla la dualità "anima
e corpo".
Ne consegue che..."tutto ciò che
diminuisce queste tensioni ha anche un effetto positivo sui
sintomi (compreso il comportamento malato)" (ed ancora):
"Perfino i bambini vivono oggi in parte sotto la pressione
dell ambiente scolastico e familiare in costante tensione".
La sua terapia si basa sulla seguente constatazione:
"una persona tesa spreca se stessa. Si
affatica troppo, invece di applicare le sue forze in maniera
parsimoniosa ed efficiente. Anche se raggiunge i suoi scopi,
il prezzo per questo raggiungimento è troppo alto.
Ogni tipo di affaticamento è legato a molteplici contrazioni
muscolari, cioè uno dopo l altro vengono richieste
le prestazioni di diversi gruppi muscolari legati alla struttura
ossea.". "La sostanza, che viene bruciata, sia per
pensare che per mettere in moto i nostri muscoli e cellule
cerebrali, si chiama Adenosintiphosphat, o abbreviato ATP."
Quindi nella combustione di ATP identifichiamo
la base di tutte le nostre attività. Il nostro corpo
serve da laboratorio per riprodurre nuova ATP dalle sostanze
digerite: è come il danaro per una ditta di successo.
Jacobson propone l idea che gli esseri umani dovrebbero
amministrare parsimoniosamente le loro energie. Risparmiamo
energia quando siamo in grado di lasciare spazio alla spontanea
reazione di rilassamento che segue alla fase di tensione.
Rilassarsi vuol dire scientificamente:
"Assenza di contrazioni. Morbido e fermo
il muscolo non offre alcuna resistenza all allungamento...se
i muscoli sono rilassati, non emettono alcun segnale ai nervi,
sono completamente inattivi. "
Se adesso torniamo a guardare le asserzioni
dei genitori all inizio del progetto, come possiamo
collocare le attività dei loro bambini: gioco, guardare
la televisione, ascoltare musica? Che cosa hanno a che fare
queste attività con il rilassamento, nel senso scientifico
del termine? Il gioco pretende tanta concentrazione e creatività,
aiuta i bambini a pensare ad altro, ma di regola è
più eccitante che calmante. Sentire musica od ascoltare
storie oppure guardare i cartoni animati spinge i bambini
a concentrarsi per seguire una storia. Forse ascoltare della
musica anima i bambini a pensare a cose belle, ma anche se
non si muovono durante l ascolto, devono lo stesso seguire
i propri pensieri, abbiamo però appena appurato che
l attività spirituale si riflette sulle fibre
muscolari. A mio avviso non viene risparmiata alcuna energia
mentre i bambini seguono le attività appena descritte,
dato che l attenzione della persone non è diretta
verso ciò che avviene in quel momento nel proprio corpo.
Nei casi sopracitati la persona vuole seguire un attività
che le piace e la soddisfa (ma per questo usa delle energie).
Rilassarsi è una cosa da imparare, così
come abbiamo imparato a sopportare la tensione. Il rilassamento
progressivo muscolare si basa sulla ferma volontà di
chi cerca aiuto di fare esercizio regolarmente.
Affinché si realizzi veramente il "lasciar
andare", traduzione letterale del termine rilassamento,
è consigliabile isolarsi da interferenze esterne durante
il periodo scelto per esercitarsi. Una luce soffusa aiuta
all inizio ad aumentare le chance di riuscita dell
esercizio. È necessario inoltre un abbigliamento comodo,
calzoni e maglietta per esempio, in modo che non ci si senta
costretti da qualcosa. Gli occhiali e le lenti a contatto
devono venire allontanati. L importante al termine dell
esercizio è la procedura di ritorno alla realtà
circostante. Questa avviene in quattro fasi:
- Stirarsi bene i muscoli
- Espirare con forza quattro volte
- Scuotere braccia e gambe
- Orientarsi alle luce nella stanza e riprendere
contatto con l ambiente circostante.
Gli esercizi del rilassamento muscolare progressivo
sono costituiti a loro volta da tre fasi:
- Portare l attenzione nella regione
del corpo interessata. Qui la persona deve percepire, come
sente quella parte della muscolatura in quel momento. Con
un movimento minimo all inizio dell addestramento
si può percepire con più facilità il
proprio stato. Questo periodo di "studio della situazione
iniziale" dovrebbe durare circa 14 secondi.
- Tensione della muscolatura in quella regione
del corpo per la durata di circa 7 secondi. In un gruppo
il segnale per l inizio della fase di tensione viene
dato dal/la conduttore/trice attraverso la parola: "tendere
adesso"
- Lasciare andare e porre l attenzione
su ciò che avviene nel corpo in quel momento. Per
questa fase è necessario un lasso di tempo cinque
volte superiore a quello usato per la fase di tensione,
ossia 35 secondi . L attenzione dell esercitante
deve fissarsi sull effetto nel corpo del rilassamento.
Egli/ella deve percepire la differenza tra lo stato precedente
all esercizio e quello attuale, in modo che questa
esperienza venga "salvata" nel cervello e venga
"imparata". Per persone che soffrono di depressione
questa fase di rilassamento può venire accorciata
fino a 20 secondi, mentre la fase di tensione può
venire allungata fino a 10 secondi . Una maggiore tensione
può rafforzare la volontà del paziente in
questo tipo casi. L accorciamento della fase di distensione
serve a contrapporsi alla spirale di pensieri negativi che
tormentano la persona sofferente.
La procedura include 16 gruppi muscolari. Per
giovani e bambini Gröninger consiglia l insegnamento
per gradi, un primo successo nel senso di profondo rilassamento
si raggiunge dopo circa 20 esercitazioni di ca. 15-20 minuti
ciascuno. Questo periodo è riconosciuto come quello
ottimale per l apprendimento.
I seguenti gruppi di muscoli vengono attivati:
- La mano e l avambraccio della parte
usata per scrivere (per i mancini ovviamente la sinistra):
stingere la mano a pugno e tendere i muscoli dell
avambraccio con questo movimento.
- Parte superiore del braccio usato per scrivere:
essa viene messa in tensione premendola di lato contro la
cassa toracica.
- L altra mano e avambraccio: vedi sopra
- La parte superiore dell altro braccio:
vedi sopra
- Fronte: aggrottare la fronte e spingere
le sopracciglia verso l attaccatura dei capelli.
- Occhi: stringere le palpebre una sull
altra
- Parte superiore del viso con il naso: arricciare
il naso.
- Bocca e mandibole: poggiare delicatamente
le mandibole una sull altra ed stendere gli angoli
della bocca verso le orecchie.
- Collo: Spingere il mento all indietro
verso il torace
- Spalle e parte superiore della schiena:
spingere le spalle in alto verso le orecchie
- Torace: spingere il petto in alto tentando
di avvicinare il più possibile le braccia all
indietro
- Addome e bacino: tendere muscoli delladdome,
insieme a quelli dello sfintere e tendere i glutei.
- Femore, coscia e polpaccio destra: spingere
il ginocchio verso il basso e spingere con il tallone in
avanti.
- Piede destro: sollevare di poco il piede
e girarlo verso l interno, arrotolando le dita dei
piedi.
- Femore coscia e polpaccio sinistro: vedi
sopra.
- Piede sinistro: vedi sopra.
A scuola il rilassamento muscolare progressivo..."
può venire offerto come "misura profilattica"...per
prevenire lo stato di tensione generale di ragazzi e bambini".
"Iniziando con il procedimento di rilassamento
già nei primi anni di scuola, i bambini impareranno
con più facilità a controllare la propria tensione
proprio perché il sistema di apprendimento dei bambini
è ancora in formazione e tensioni superflue possono
venire ridotte efficacemente. Per tensione superflua si intende
l attivazione di certi gruppi muscolari, che non sono
necessari al momento dell espletamento di una attivitá."
La pianificazione e l arredamento del
mio progetto si orientano al programma di training studiato
ed esperimentato da Uta Nolte: "Gatto Artiglio d
oro". Il progetto da me concepito consta di otto incontri
a un ora e mezza l uno. La cornice dell azione
è composta dalle avventure della figura letteraria
Harry Potter, un maghetto attualmente molto famoso, che frequenta
con entusiasmo la scuola per maghi di Hogwarts. Nelle sue
pagine di diario, che io stessa ho inventato e trascritto,
racconto del vissuto scolastico quotidiano di Harry. Per il
diario ho usato la carta pergamena e l inchiostro verde
smeraldo, tipici di Hogwarts. Di settimana in settimana il
diario si è arricchito di nuovi episodi. Dal punto
di vista del contenuto ho cercato di amalgamare tre elementi:
ho descritto la funzione di una parte del corpo (per esempio
le mani), le capacità ad essa legate e le ho collegate
ai sentimenti, alle emozioni ed i pensieri di Harry, mentre
egli affrontava una per lui complessa situazione. La motivazione
per questa "trama" sta nella mia volontà
di porgere ai bambini un racconto, in cui veniva caratterizzato
il legame corpo-mente postulato da Jacobson. Il modo di agire
di Harry ha il compito di ispirare i bambini. In questo caso
ho voluto sfruttare l ammirazione per gli eroi, caratteristica
di questo periodo dello sviluppo, ma ho tenuto la magia fuori
dai racconti. Mi sono orientata di più ad un quotidiano
scolastico, che i bambini potessero riconoscere come simile
al proprio. Man mano che il progetto è proceduto, ho
cominciato ad inserire nei testi anche la richiesta di consigli
ai lettori da parte di Harry. Questo per due motivi: ho cercato
di fare di Harry un eroe con il quale parlare e ho voluto
appurare, se i principi su cui si basa il progetto venissero
in qualche modo recepiti (risparmio dell energia, contenimento
delle emozioni e proposta di compromessi o modi di agire costruttivi).
Un incontro del progetto è diviso in
tre parti:
- Accoglienza e rituale d inizio, lettura
insieme delle pagine del diario di Hay, risposta di domande
per chiarire meglio il contenuto di esse.
- Scoperta ed esperienza della parte del corpo
presentata nel diario: giochi di movimento e di percezione
con o senza partner.
- Rilassamento muscolare progressivo comprendente
sempre più parti del corpo man mano che progredisce
il progetto.
Riguardo al nr. 1.: Col tempo la fase di accoglienza
è divenuto il momento in cui i bambini hanno parlato
di sé. Qualcuno ha posto anche domande sul come fare
gli esercizi a casa: "Frau Laura come si fa l esercizio
delle spalle?". Nel corso delle settimane i bambini hanno
affrontato discussioni e si sono consigliati a vicenda su
come risolvere alcune loro difficoltà (delle quali
scriverò più avanti). Queste discussioni e i
racconti dei bambini hanno molto ispirato il susseguirsi di
avvenimenti descritti nelle settimane successive nel diario
ed hanno avuto come conseguenza l accorciamento della
fase di gioco, per cui alcune "stazioni" pianificate
all inizio non sono state esperimentate.
Riguardo al nr. 2.: La fase gioco si è
rivelata particolarmente utile all inizio del progetto,
perché ha motivato il gruppo ad interagire e ha favorito
la concentrazione dei bambini sulla parte del corpo trattata.
I gruppi di partecipanti sono stati composti insieme alla
maestra, il criterio seguito è stato quello di mettere
insieme bambini che normalmente nella classe aveva poco a
che fare gli uni con gli altri, la fase gioco ha favorito
lo sviluppo di una certa dinamica di gruppo tra di loro. Col
tempo però l aspetto della percezione del proprio
corpo ha preso più campo, anche perché i bambini
seguivano più consciamente lo schema di approccio al
nuovo momento di rilassamento. Per alcuni incontri all
inizio del progetto questa è stata la fase più
ricca di conflitti per i quali si sono trovate soluzioni comuni
e il gruppo in questione si è dato delle regole decise
comunemente. Per questo non ho mai avuto la sensazione che
uno dei partecipanti si sentisse posposto ad altri.
Riguardo al nr. 3.: Seguendo le indicazioni
di Gröninger ho trasmesso gli esercizi per gradi:
"L apprendimento di un training
di rilassamento viene quasi sempre favorito dal suo inserimento
nel contesto di attività adeguate alle esigenze dei
bambini. Imparare tutto il training in una seduta sola per
i più piccoli ed i ragazzi è una pretesa al
di là delle loro possibilità. Per questo si
insegna il rilassamento muscolare progressivo per tappe oppure
si comincia con i più piccoli con il procedimento diviso
in soli sette passaggi ".
Prima ho spiegato e mostrato ai bambini il
passaggio collegato alla parte del corpo in questione ed ho
aggiunto sempre più passaggi man mano che il progetto
procedeva. Dopo ogni passaggio mostrato ho fatto ripetere
ai bambini i movimenti e li ho lodati ed incoraggiati per
il loro impegno, quindi abbiamo proceduto alla vera e propria
fase di rilassamento. In questa fase mi sono particolarmente
curata della posizione dei bambini, che ho voluto fosse comoda
mentre erano stesi sulle loro coperte colorate. Questi accertamenti
hanno richiesto diversi minuti all inizio. Quindi ho
condotto il rilassamento con l aiuto di una musica da
meditazione, che ha assunto sempre più la funzione
di segnale per i bambini ed ha aiutato nella fase vera e propria
di rilassamento, nella quale mi sono curata di lodare particolarmente
le capacità dei piccoli partecipanti. L indicazione
di Uta Nolte nel suo progetto "Gatto Artiglio d
oro" si è rivelata quanto mai veritiera:
"Adesso facciamo un gioco con una parola
speciale: vorrei proprio sapere se sei capace di ascoltare
con attenzione (...) - adesso non si parla più -, io
ti do dei piccoli compiti da eseguire, per i quali tu devi
usare le mani, le braccia, le gambe, i piedi; tu però
puoi fare i movimenti solo quando senti la parola speciale
"adesso". Prima e dopo sei proprio immobile e la
parola adesso ti "fa muovere". Puoi adempiere al
tuo compito finché non senti la parola "Lascia
andare". Appena senti questa parola sei di nuovo assolutamente
immobile."
Ho fatto di questa indicazione il mio vademecum
ed essa mi ha permesso una conduzione del rilassamento chiara
e molto comprensibile per i partecipanti. Pronunciando la
parola "Adesso" ho leggermente alzato la voce, in
modo da comunicare tensione attraverso la voce. Mentre la
parola "Lascia andare" l ho pronunciata con
lunghe "a" e con un tono di voce calmo, in risposta
ho ricevuto sospiri... Questa fase l ho presentata ai
bambini come il vero segreto di Harry Potter: una "magia"
facente parte anche del loro corpo, se loro erano in grado
di ascoltarlo.
Quale tipo di gioco è il compagno di
strada ideale del rilassamento muscolare progressivo?
Uta Nolte sottolinea con particolare insistenza
che il gioco è la cornice ideale per comunicare le
esperienze del rilassamento ai bambini. In questo paragrafo
desidero discutere brevemente il concetto "gioco".
Mi riferisco nelle pagine seguenti alla teoria di Heinz Heckhausen
e di Andreas Flitner, che hanno considerato il gioco da una
particolare prospettiva. Quindi voglio integrare alcuni concetti
di D.W. Winnicott e mostrarne l applicazione nel corso
del progetto "Il segreto di Harry Potter". Desidero
riflettere la mia pratica di gioco e i suoi effetti sul processo
di apprendimento dei bambini. Durante la composizione di questo
testo, mi vedo costretta a rivedere il significato che la
parola gioco ha avuto per me finora. Cercherò di includere
anche questo tipo di riflessione nel testo e spero in una
esperienza più interessante per il lettore.
La scuola psicologica di Lewin ha compiuto
ricerche sui giochi con regole e sui giochi che contengono
compiti ben definiti. La caratteristica principale di questo
tipo di giochi è la tensione contenuta in essi. Heinz
Heckhausen ha elaborato questa asserzione ed ha concepito
una propria "psicologia del gioco" (1964) sulla
base della seguente constatazione.
"Al centro della concezione di Heckhausen
si trova quella particolare tensione piena di voglia di esperimentare
emozioni che si estende sul gioco e che viene considerata
dai giocatori quella spinta sostanziale alla continuazione
del gioco stesso sempre ricercata e sempre nuovamente creata...Giocare...non
è raggiungere lo scopo di un azione, né
tanto meno l affievolire di particolari tensioni interiori...Esso
è molto di più la ricerca di quella tensione
psichica di un certo livello, che dopo un po, sia questo
un periodo più breve o più lungo, cade improvvisamente,
poi si ricarica e poi ricade...e tutto ciò sempre ripetutamente...caratteristica
per il gioco è la coscienza, che il rilassamento segue
alla tensione"
Guardata da questa prospettiva, l indicazione
di Uta Nolte è basilare per la riuscita di un progetto
che vuole trasmettere il concetto di avvicendamento di tensione
e rilassamento. Contiene il progetto "Il mistero di Harry
Potter" questo tipo di gioco?
Secondo Heckhausen il gioco si rompe, quando
vi penetra la noia, sinonimo di troppa poca tensione oppure
quando diventa esplosione incontrollata, cioè quando
sopravviene troppa tensione. La tensione nel gioco deve venire
dosata giustamente. La motivazione che spinge al gioco è
composta da quattro elementi, che contengono differenze nella
tensione dosata:
- Novità: il gioco deve contenere un
cambiamento (di tensione) tra il percepito e conosciuto
e ciò che sta per accadere nel suo svilupparsi.
- Sorpresa: esiste un cambiamento di tensione
provocato da ciò che avviene attualmente nel gioco
e quello che i giocatori si aspettano che accada.
- Complessitá della situazione: esiste
una discrepanza tra diverse parti del campo di percezione
e del campo di esperienza
- Non si sa come andrà a finire la
situazione.
Ho cercato di concretizzare questi elementi
nel corso del progetto, sia nella scenografia che nei contenuti
del gioco offerto ai partecipanti.
Sul piano scenografico ho avuto a disposizione
una classe molto ampia e luminosa, nella quale l arredo
quotidiano era composto da banchi, sedie, una cattedra, un
armadio. Tutto ciò è stato allontanato. Con
l aiuto di bande di stoffa verde e di colori pastello
essa è stata trasformata in un labirinto. Le fessure
nelle stoffe invitano a sbirciare dall altra parte e
dietro l angolo si presentava un ambiente diverso. Un
armadio con due porte è rimasto fino alla fine del
progetto qualcosa di "misterioso", perché
quell atto di arrampicarsi dentro l armadio e
di scavalcarlo è rimasto sempre un atto nuovo, legato
a quel momento dell incontro e non ripetibile purtroppo
nella vita quotidiana, se non forse mentalmente nella memoria.
La porta doppia era un segnale che da quel momento in poi
cominciava un periodo in cui i partecipanti si occupavano
di sé stessi in un modo che nell ambiente esterno,
per quali ragioni anche sempre, non era praticato. La più
grande eccitazione si raggiungeva quando veniva il momento
di aprire la "posta delle civette": cinque o sei
civette di cartone appese ad altrettante bande di stoffa colorata
trattenevano tra le loro zampe letterine per i bambini, ognuno
poteva leggerne una. Esse contenevano idee gioco che permettevano
di esperimentare l attività di una parte del
corpo.
I contenuti del gioco differivano tra loro
per due differenti tipi di gioco: una volta i bambini dovevano
immedesimarsi nel ruolo di Harry, descritto mentre leggevamo
il suo diario. Il resto delle offerte di gioco permetteva
ai partecipanti di organizzare una propria esperienza, in
cui non esisteva un "giusto" o "sbagliato".
Ciò che i bambini vivevano non veniva posto come scopo
da raggiungere, tanto più che loro non conoscevano
prima le offerte oppure non le conoscevano nella forma in
cui sono state loro presentate. Qui desidero schizzare una
serie di offerte di gioco sul tema viso, che credo esprimano
concretamente gli elementi della motivazione al gioco:
Mi sono dedicata al tema viso da due punti
di vista: uno è il viso come superficie ed espressione,
l altro è il viso contenente alcuni dei cinque
sensi. Nel secondo incontro del progetto ho scelto di affrontare
il viso sotto l aspetto dell espressione e della
comunicazione. Il viso mostra espressioni che hanno un effetto
sugli altri e questi reagiscono ad esse. Infine ho voluto
affrontare il tema "bocca" sotto l aspetto
di un organo che non solo contiene il senso del "sapore"
e che riceve, ma anche dà, addirittura getta: come
per esempio quando sputa...una volta si giocava a "cannette"
ed era un gioco solo per i maschietti...ho voluto permettere
questa esperienza anche alle femminucce
Nella parte dell incontro riguardante
il diario di Harry ho affrontato l argomento basando
l avventura del giovane mago e di un suo amico in un
mondo parallelo a quello di Hogwarts, raggiungibile solo attraversando
uno specchio. Dapprima i due ragazzi si trovano nel buio e
nel silenzio. Possono orientarsi in questo mondo solo attraverso
le sensazioni che provano sulla loro pelle, come il cambio
di temperatura man mano che si avvicinano ad un luogo nel
quale vivono qualcosa di straordinario. Riconoscono il laboratorio
di un famoso alchimista del passato dal calore che li accoglie,
poi dai rumori ed infine dall apparizione di un gentile
e dotto fantasma che gli indica la prossima stazione. Questa
è riconoscibile dall intensa umidità che
la circonda: si tratta infatti di una serra molto speciale
in cui vengono fatti esperimenti con nebbia e pioggia. Infine
temono di arrivare troppo tardi nel loro mondo e vengono ancora
una volta instradati verso un quadro che rappresenta un incontro
tra maghi famosi. Il quadro non è però immobile,
in esso si muove una vita rigogliosa: le personcine raffigurate
corrono avanti ed indietro, discutono animatamente, finché
qualcuno di essi non si accorge dei due compagni, che se la
ridono guardando in quel mondo sulla superficie del quadro.
Qui comincia un gioco tra i due gruppi: quando Harry ed il
suo amico Ron fanno le smorfie, si mettono a ridere o fanno
facce buffe, i maghetti nell immagine li imitano . Il
gioco va avanti per un bel po, finché i maghi
del quadro non percepiscono un espressione perduta nei
volti dei due amici. A questo punto indicano tutti in una
direzione e si congedano. Subito dopo Harry e Ron trovano
lo specchio da cui erano entrati e lo scavalcano nell
altra direzione, ma lí fuori ad aspettarli c
è la gatta del portinaio Mrs. Purr. I due si salvano
in extremis sputando dei noccioli di ciliegie dietro la gatta,
che si precipita a cacciarli.
Nuova nel racconto è un avventura
notturna in una scuola: normalmente nessun bambino lascia
la propria casa a tarda notte e tanto meno dorme a scuola.
Sorprendenti erano altri elementi del racconto come lo specchio
da scavalcare, la curiosità dei due protagonisti che
era più forte della paura, i fantasmi gentili e disponibili
all incontro e i maghetti che reagivano alle espressioni
del viso di Harry e Ron. Entrambe non sapevano come sarebbe
andata a finire ( e nemmeno i lettori!). Infine si trattava
di una situazione complessa composta da diverse tipi di percezione,
che però potevano portare ad esperienze insolite: infatti
è solo l espressione perduta dei due a muovere
i maghetti ad indicare loro l uscita. Nessuno prima
poteva identificare il segnale che avrebbe fatto comunicare
questa informazione. Lo stesso riguarda l incontro con
la gatta: non è detto che i noccioli non fossero stati
usati anche per colpirla...
Per fare delle esperienze del racconto un
esperienza propria ho proposto ai bambini di ripetere le esperienze
di Harry e le ho completate con giochi con uno specchio e
con un partner. Ho concluso la fase gioco con un torneo di
"Sputa i ceci nel secchio" per tutti i partecipanti.
Prima della fase di rilassamento ho poi invitato tutti i bambini
a lavarsi il viso con acqua piacevolmente calda e sapone profumato
ed ad asciugarlo con asciugamanini morbidi e profumati.
Come prima stazione di gioco i bambini dovevano
ricordare una parte del racconto e poi guardarsi allo specchio,
per cogliere l espressione del loro viso. Dopo ho suggerito
loro diverse situazioni che suscitano diversi sentimenti e
li ho invitati a guadare l espressione del loro viso
nello specchio. Come terzo gioco, li ho invitati a scegliere
un espressione del viso e a mostrarla ad un partner.
Questi doveva imitarla il più esattamente possibile.
Infine gli ho proposto di fare delle facce strane e di imitarsi
a vicenda. Come novità ho sperato che i bambini prendessero
confidenza con se stessi e le loro espressioni, per approfondire
la possibilità di comunicare se stessi agli altri.
Non ho voluto appositamente modellare maschere o simili oggetti
proprio per far notare come il viso sia per certi brevi momenti
un immagine della nostra anima e che i nostri sentimenti
sono leggibili per qualche istante su di esso. I bambini non
hanno dato segni di sorpresa per le attività proposte,
anzi sembravano godere dello spazio per giocare da soli con
il proprio specchio e scoprirsi. Nei giochi con il partner
si sono impegnati particolarmente ad imitarsi l un l
altro. Il gioco è durato in tutto venti minuti ed ho
avuto l impressione che essi fossero molto presi dalle
loro esperienze. Solo una bimba si è rifiutata di fare
le smorfie, in compenso dopo ha potuto partecipare con successo
al torneo "Sputa i ceci nel secchio". L ultima
offerta gioco è stata accettata con entusiasmo, tutti
i bambini si sono molto felicitati di toccare il loro viso.
A questo punto voglio introdurre un pensiero
di Winnicott sul gioco, che mi ha fatto riflettere sul mio
ruolo di animatrice del gioco e mi ha mostrato un limite netto
della mia proposta:
"Ci si dovrebbe sempre ricordare, che
il gioco è già di per sé terapia. Fa
sì che i bambini giochino o possano giocare è
già psicoterapia che può essere applicata in
generale, se noi conveniamo nell adottare un atteggiamento
sociale positivo nei confronti del gioco stesso. Questa convenzione
deve partire dalla conoscenza che il gioco può avere
un effetto che impaurisce il giocatore. Il gioco con delle
regole deve venire considerato un tentativo di incontrare
quest aspetto che incute timore. Quando i bambini giocano
ci devono essere intorno a loro persone responsabili, ciò
non significa che queste persone devono intervenire nel gioco
del bambino. Se colui/lei che ha organizzato il gioco, deve
esserne anche l animatore/trice, vuol dire che i bambini
non possono giocare in modo creativo. Il pensiero principale
è, che il gioco è sempre un esperienza
creativa in un continuum di spazio-tempo, una forma basilare
di vita. L osare del gioco risulta dal fatto che esso
si trova al confine teorico tra il soggettivo e il percepito
oggettivamente".
Mai come nel gioco con gli specchi mi sono
resa conto di ciò che impaurisce nel gioco. Mettendo
in gioco gli specchi mi sono ritrovata nella giungla di molte
sensazioni vecchie ed attuali in quel momento che mi hanno
coinvolta per diverso tempo, dopo quell incontro con
i bambini. Lasciare abbastanza tempo ai bambini, affinché
potessero effettivamente percepire la loro espressione e riconoscersi
è stato per me il riconoscere che a me è mancata
proprio questa esperienza. A me è stato vietato di
guardare e vedere e riconoscere...tu non devi sapere, come
scrive Alice Miller, è un destino che ho ribaltato
in pochi secondi giocando con i bambini e costringendomi a
tacere più a lungo di quanto la paura dei miei ricordi
in quel momento mi costringesse a fare. Nello specchio della
mia anima in quel pomeriggio ho riconosciuto qualcosa che
andava cambiato, che mi ha portato su una strada nuova e mi
ha restituito un pezzettino di me stessa, perduto tra i dettami
di un altra epoca di educazione. Una sorpresa imprevista
il cui sviluppo non è possibile prevedere, un vero
gioco creativo grazie a questo confronto con le sensazioni
e le espressioni dei bambini. Come dice Winnicott:
"Colloqui con se stessi non riflettono
nulla, a meno che uno non ripensi a qualcosa, che qualcun
altro ha riflettuto".
Bibliografia
Opere
Bernstein, Douglas A., Borkovec Thomas D.:
Entspannungstraining, Handbuch der progressiven Muskelentspannung,
IX Auflage, Stuttgart, Pfeiffer bei Klett-Kotta Verlag, 2000
Deutsche Schule Genua (Hrgb.): Jahresbericht
2000/01
Gröninger, Siegfried, Gröninger-Stade,
Jutta: Progressive Relaxation, Indikation, Anwendung, Forschung,
Honorierung, 1 Auflage, München, Pfeiffer, 1996
Hoffmann, Bernd, Dr. med.: Handbuch Autogenes
Training, XIV Auflage, München, Deutscher Taschenbuch
Verlag, 2000
Jacobson Edmund: Entspannung als Therapie -
Progressive Relaxation in Theorie und Praxis, IV verbesserte
Auflage, Stuttgart, Pfeiffer bei Klett-Kotta, 1999
Tyson Phillis und Tyson Robert: Lehrbuch der
psychoanalitischen Entwicklungspsychologie, I Auflage, Stuttgart,
Kohlhammer Verlag, 1997
Winnicott, Donald W.: Vom Spiel zu Kreativität,
9. Auflage, Stuttgart, Klett-Cotta, 1997
Zacharias Wolfgang: Ökologie des Spiels,
1. Auflage, München, 1987
Articoli:
Kirkaldy, Bruce D. und Thomè Elisabeth:
Möglichkeiten des progressiven Entspannungstraining im
Sportunterricht. Progressive Relaxation nach Jacobson. In:
Sportunterricht, 1984
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